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Obbligati a crescere, Claudio Descalzi: “Recovery Fund opportunità ma no a scelte ideologiche”

“La situazione attuale non rappresenta il futuro: per riuscire a sopravvivere bisogna seguire i cambiamenti repentini senza fossilizzarsi su quello che sta succedendo oggi“: a dichiararlo l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi durante il webinar “Obbligati a crescere. I nuovi confini dell’economia”. L’evento annuale, promosso dal Gruppo Caltagirone, si è tenuto in diretta streaming lo scorso 3 dicembre. L’obiettivo dell’edizione di quest’anno è stata la condivisione e la discussione di idee e prospettive per la ripresa post Covid. Lo scenario delineato dalla pandemia, secondo il manager, non andrà a inficiare le relazioni economiche tra i Paesi: “Dopo anni di sviluppo e di intrecci globalizzanti, non è possibile né utile tornare indietro: basta pensare ai campi della sanità, dell’energia, della digitalizzazione. Gli scambi continueranno perché è una questione di sopravvivenza”. E in tale contesto il Recovery Fund, al centro del dibattito politico di questi giorni, rappresenta un tassello indispensabile: “Si tratta di un’opportunità unica, ma avere questi fondi è necessario ma non sufficiente, servono infatti progetti maturi e prioritari per il Paese, evitando scelte ideologiche. Dobbiamo dare un ‘boost’ a tutta l’economia e farla passare da una progettualità, dalle competenze e dalle persone”. Sebbene l’economia circolare oggi sia fondamentale e rappresenti uno dei pilastri della transizione energetica, per l’AD di Eni è necessario raggiungere gli obiettivi di sostenibilità attraverso la decarbonizzazione degli impianti: “Bisogna essere pragmatici, non si può partire da zero ma bisogna utilizzare le infrastrutture per questo noi puntiamo alla decarbonizzazione. Dobbiamo guardare allo sviluppo con buon senso e con il consenso sui territori. L’obiettivo comune è fare crescere il Paese in modo pulito e sostenibile senza pensare che con la bacchetta magica si possano cambiare le cose in un secondo“. Una tesi che tiene conto della dipendenza energetica del Paese: oggi infatti l’Italia importa il 100% di gas e petrolio utilizzato: “Questi non possono sparire in un attimo – ha spiegato Claudio Descalzi – difficilmente possiamo pensare di arrivare a un’autonomia energetica. Bisogna fare dei passi nell’ambito della circolarità. Noi ci siamo mossi da sei anni sviluppando tecnologie proprietarie, questo è un modo per poter essere più veloci nell’applicazione delle stesse”.

Antonino Spano

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