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Eni, l’AD Claudio Descalzi: “L’Italia non può restare senza energia”

“Bisogna diversificare le fonti di gas. L’Italia dipende per oltre il 90% dall’estero, quindi siamo esposti al rischio”: l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi lo ha ribadito lo scorso 14 dicembre ai microfoni di Circo Massimo, la trasmissione di Radio Capital, commentando quanto successo in Austria nei giorni scorsi. L’esplosione di un condotto ha interrotto il flusso di gas dalla Russia all’Italia inducendo il MISE a dichiarare lo stato d’emergenza per il Paese. Il problema è stato poi arginato senza intaccare le riserve strategiche, anche se l’AD ha sottolineato che “rimpiazzare il gas mancante non è stato semplice”.

Claudio Descalzi ha spiegato che il mercato italiano sconta una debolezza strutturale: “Manca di energia. Siamo a meno di 7 miliardi di metri cubi di produzione e le rinnovabili in inverno sono più scarse”. L’unica soluzione è diversificare: non solo le fonti ma anche i Paesi importatori. “Abbiamo trovato altro gas dall’Algeria e dalla Libia, in parte anche dal Nord e abbiamo rimpiazzato il 30%” ha aggiunto il manager, sottolineando che questo ha permesso di non toccare le riserve strategiche, necessarie soprattutto nei mesi di gennaio e febbraio, i più freddi. Un sistema che ha dato prova della sua efficacia: “È stata una ripresa completa fortunatamente, ora c’è una fase di transizione in cui dobbiamo capire bene cosa è successo”. Ma “è chiaro che su un tempo più lungo non sarebbe stato possibile”.

Fungere da ammortizzatore è infatti costato a Eni qualche perdita, come ha precisato Claudio Descalzi. Per fronteggiare la situazione il Gruppo ha dovuto importare gas già legato ad altri contratti, ricomprarlo e portarlo ai contratti italiani: “Abbiamo rimpiazzato il 30% del gas, senza aumentare il prezzo nonostante l’abbiamo comprato a un prezzo maggiore. Ma l’abbiamo rivenduto al prezzo contrattuale originario”.

Sempre in merito alla questione, l’AD si è espresso anche sulla Russia, un Paese “assolutamente affidabile, che in tutti questi anni ha sempre dato gas nelle modalità convenute e nelle quantità stabilite. L’Europa non può farne a meno e il raddoppio del Nord Stream lo testimonia. Quindi l’Italia ha bisogno del gas russo ma dobbiamo diversificarci”. Nel corso dell’intervista, tra i diversi temi affrontati, si è parlato anche del 2017 del Gruppo, in particolare dei risultati finanziari. I primi nove mesi di Eni” sono stati positivi nonostante i prezzi estremamente bassi con la parte raffinazione e chimica che hanno retto molto bene. C’è stata una forte riduzione dei costi”. Sulla fine dell’anno invece l’AD Claudio Descalzi ha detto di non potersi esprimere perché sono dati market sensitive ma è comunque ottimista anche su questo fronte.

Antonino Spano

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