16 Dicembre 2021
Non si può pensare a una transizione energetica senza norme. È il monito lanciato lo scorso 2 dicembre dall’AD Claudio Descalzi nel corso del World Energy Outlook 2021 organizzato a Roma da Eni a cui hanno preso parte anche il Direttore Esecutivo dell’Agenzia internazionale per l’Energia Fatih Birol, il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e il Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani. La lotta ai cambiamenti climatici è un percorso “molto difficile” che richiede “sacrifici” ma nonostante intorno a sé concentri sempre più attenzione, per l’AD di Eni serve comunque un impegno maggiore: basti pensare che “il mondo non sta applicando una carbon tax e il carbon pricing è solo europeo, perché noi facciamo le cose sul serio”.
Netto il pensiero di Claudio Descalzi: “Se non possiamo chiedere ai Paesi africani di tassare le loro emissioni”, pari comunque ad appena il 2% del totale globale, “chiediamo a Usa, Cina, India e Russia di avere un carbon pricing come il nostro perché è fondamentale per un commercio equilibrato”. Diversamente “l’Europa avrà un’energia molto più cara pagando la carbon tax” e converrà importare dai Paesi extra-Ue che avranno “prezzi molto più bassi”. Un aspetto che alla Cop26 di Glasgow non è stato approfondito: “Si sono fatte cose bellissime ma senza fare i conti con chi deve investire materialmente, addestrare il personale, creare profitto”. Invece fondamentale è colmare questo ‘ponte’ altrimenti “ci sarà sempre distanza fra le parole e i fatti”.
Il Take Away del World Energy Outlook 2021 non a caso è proprio “la necessità di una collaborazione tra tutte le parti istituzionali, i Paesi, le normative, tra chi crea le tecnologie ma anche con chi investe su queste ultime”: l’AD Claudio Descalzi ha spiegato infatti come la transizione energetica sia “di fatto una transizione tecnologica” e quindi “l’unico modo per decarbonizzare e combattere i prezzi del gas e dell’elettricità attuale è utilizzare delle tecnologie che possano sostituire i vettori presenti che devono incominciare a cambiare”.
In ambito tecnologico per Eni parlano alcune delle più importanti innovazioni sviluppate negli ultimi anni: le bioraffinerie, la chimica verde, la cattura della CO2 per tutto quello che è hard to abate, le nuove tecnologie che sfruttano il moto ondoso perché “le tecnologie del futuro non le trovi nel presente”. E l’impegnativo lavoro in ambito Ricerca e Sviluppo ha portato all’implementazione di tecnologie proprietarie che “permettono di andare al di là dell’elettrificazione”, anche perché “dobbiamo dare il tempo alle rinnovabili di crescere”.
Da 150 oggi sono più di 1.200 i ricercatori impegnati nei sette centri di ricerca dove, come ha ribadito l’AD Claudio Descalzi, “abbiamo cominciato a sperimentare le tecnologie del futuro”. Nello specifico per quanto riguarda la transizione energetica Eni ha individuato “alternative al petrolio e al gas nelle tecnologie per raggiungere i clienti con prodotti con meno CO2”: su molte di queste “abbiamo un time to market di 3 anni e mezzo-quattro”. I traguardi raggiunti nell’ambito della ricerca hanno permesso al Gruppo di arrivare da un lato alle bioraffinerie e dall’altro alle rinnovabili e al biogas: “Negli ultimi due anni questo ci ha permesso di prendere impegni precisi per arrivare alla neutralità carbonica nel 2050”.