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Tecnologia e innovazione per una transizione energetica: il punto dell’AD Claudio Descalzi

È una doppia sfida quella a cui oggi si trova davanti l’Italia: garantire la sicurezza energetica e al contempo accelerare la transizione energetica. Lo ha ricordato l’AD di Eni Claudio Descalzi lo scorso 24 settembre intervenendo al convegno “Tecnologia e innovazione per una transizione energetica”, promosso dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. Nel corso di una tavola rotonda su “Evoluzioni delle reti e nuove frontiere tecnologiche”, l’AD ha speso parole incoraggianti per quanto riguarda gli approvvigionamenti: “Il gas in autunno ci sarà. La cosa che può rassicurare è che gli stoccaggi stanno crescendo, i flussi algerini sono arrivati a portate di 83-85 milioni di metri cubi al giorno, quindi l’Algeria ci sta dando una mano importantissima ed è la ragione per la quale siamo riusciti a riempire gli stoccaggi. E l’Nlg è cresciuto tanto”.

Numeri raggiunti anche grazie al forte impegno di Eni che già nei primi mesi dell’anno, in un contesto di incertezza e volatilità dei mercati, si è prontamente attivata per garantire nuovi flussi di approvvigionamento, come ha ricordato l’AD Claudio Descalzi anche in occasione della presentazione dei risultati del semestre: “Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di GNL al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South FLNG operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico. In Italia, ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato”. 

Lo scorso luglio poi in Algeria la firma di un nuovo contratto con Sonatrach, Oxy e TotalEnergies che riguarda i blocchi 404 e 208. “L’Algeria e i rigassificatori, che prima erano utilizzati al 40% e adesso al 100% sono le ragioni principali per cui siamo riusciti a compensare in parte il gas russo che ancora fluisce in Italia, abbiamo anche la parte norvegese”, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi nel corso del convegno promosso a Roma dalla Federazione Nazionale dei Cavalieri del Lavoro. “Nel 2022 riusciremo a sostituire poco più del 50 per cento del gas russo, esattamente 9,7 miliardi”, dal 2023 “andremo all’80 per cento con 17,6 miliardi e nel 2024 andremo in surplus”: l’Italia può quindi già contare su diverse alternative ma per migliorare ancora il flusso di gas serve una maggiore capacità di rigassificazione. La strada per vincere questa doppia sfida è tracciata.

Stefano Borroni

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