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Obbligati a crescere: l’intervista all’AD di Eni Claudio Descalzi

Il post-Covid impone un cambiamento “irreversibile e necessario”. Per Eni significa accelerare il processo di trasformazione intrapreso ormai da sei anni, come ha spiegato l’AD Claudio Descalzi intervenendo al webinar ‘Obbligati a crescere’ promosso dal Gruppo Caltagirone Editore. “Noi abbiamo accelerato in questo cambiamento, abbiamo gli strumenti, non è un’azione superficiale ma profonda. Dopo che le nuvole del Covid andranno via, si vedranno un corpo, una faccia e dei percorsi differenti”, ha sottolineato l’AD parlando di “un’esperienza difficile, perché tutti ci vedono ancora con la faccia vecchia”. D’altronde, “cambiare pelle non è una cosa semplice” ma “quando diventa un discorso di sopravvivenza le modifiche sono impensabili: di fronte alla sopravvivenza si cambia”.
Dunque il post-Covid darà a Eni “un nuovo corpo, una nuova mente, un nuovo cuore”, come ribadito da Claudio Descalzi. La ripartenza si ergerà su motivazione, volontà di innovare e fiducia nel futuro: la consapevolezza è che i progetti del Gruppo e il suo solido know-how si tradurranno in nuove opportunità di occupazione, formazione e innovazione all’interno di un percorso di decarbonizzazione che coinvolge tutto il Paese.
“Siamo un’impresa dell’energia e sappiamo di avere una grande responsabilità in questo momento storico”, ha aggiunto l’AD ricordando come le grandi sfide del settore energetico richiedano “un forte impegno collettivo”: trasformare il proprio business per il Gruppo non significa solo “rimanere al passo con lo scenario mondiale in continua evoluzione” ma anche “anticiparne le esigenze”.
In tale ottica la nuova Eni, sfruttando le proprie capacità tecnologiche e investendo massicciamente nella ricerca sul fronte della decarbonizzazione e delle energie alternative, è al lavoro su tre linee principali. Innanzitutto la cattura della CO2, con l’obiettivo di decarbonizzare il gas per produrre elettricità pulita e idrogeno: “Stiamo lavorando con grande motivazione sul progetto di cattura e stoccaggio di CO2 a Ravenna. La CCUS è una tecnologia fondamentale per poter raggiungere gli obiettivi climatici e Ravenna diventerà il più grande hub CCUS al mondo”. In secondo luogo, la decarbonizzazione dei trasporti attraverso le bioraffinerie del Gruppo che tratteranno sempre più biocarburanti avanzati: “Sono già operative da tempo e abbiamo aperto nel 2018 un progetto pilota di conversione dei rifiuti solidi urbani in bio-olio”. E infine l’aumento della produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili: “Abbiamo di recente annunciato un significativo investimento in energia eolica in Italia, che rinnova il nostro percorso di sviluppo del rinnovabile in Italia”.
Il domani di Eni sarà quindi sempre più improntato sulla vendita di prodotti blu da gas decarbonizzati (grazie alla CCUS), prodotti bio dalle bioraffinerie o direttamente dall’agricoltura e prodotti verdi da fonti rinnovabili. L’AD Claudio Descalzi parla di “uno sguardo diverso sul futuro”, ricordando anche il valore di una trasformazione sostenibile, ben evidente nei progetti delle raffinerie di Venezia e Gela: convertite in chiave green “mantenendo le infrastrutture esistenti, permette di fare cambiamenti molto più rapidi senza rottamare quello su cui si è investito negli anni”. Di qui la necessità di spingere anche sull’energia circolare: oltre al progetto sulla CO2 dell’hub di Ravenna, l’AD ne cita anche uno sulla fissazione della CO2 nelle microalghe e quello sulla produzione di energia dal moto ondoso. Iniziative che non guardano solo alla creazione di occupazione, di innovazione per ridurre la componente carbonica e di formazione, ma indicano anche come “il futuro non sarà basato sul petrolio”: diventa quindi necessario trovare strade alternative per garantire “la sicurezza energetica che resta importante anche in un mondo globalizzato”.

Antonino Spano

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