Italian Energy Summit: l’intervento di Claudio Descalzi

19 Ottobre 2020

Un importante incentivo ad accelerare la transizione energetica, ma anche a creare nuovi posti di lavoro. Intervistato nell’ambito dell’Italian Energy Summit, l’AD Claudio Descalzi ha parlato delle grandi opportunità generate dal Recovery Fund. Solamente per quelli presentati da Eni “nei quattro, cinque, sei anni si svilupperà una mole di lavoro incredibile”. In termini numerici più di 70-80.000 posti di lavoro per la parte progettuale e altri per il loro mantenimento: “C’è quindi occupazione e formazione e si può mettere in moto una macchina del cambiamento, progetti legati alla decarbonizzazione e quindi a un futuro, nel nostro caso energetico, pulito. È una grossa opportunità”.
L’AD di Eni si è inoltre soffermato sull’importanza di “essere concentrati e consapevoli, senza perderci in inezie”: quelli di Eni legati al Recovery Fund sono progetti “maturi, che abbiamo già realizzato e stiamo realizzando”. Il Recovery funge quindi da acceleratore: “L’idea è quella di uscire da un momento di stasi, soprattutto per l’oil&gas a livello di business, e riuscire a prendere una strada nuova. Lo faremmo comunque ma in tempi diversi”. Le priorità sono correlate allo sviluppo tecnologico, alla ricerca scientifica e alle collaborazioni sviluppate negli ultimi anni con le università: “Abbiamo già realizzato molto, abbiamo fatto tanto sui biocarburanti, sulle rinnovabili, sul progetto di energia dal moto ondoso. Si tratta di progetti legati alla trasformazione del nostro business oil&gas, che diventerà un business legato alla circolarità e a fonti non più fossili. C’è uno sviluppo futuro che sarà completamente slegato dagli idrocarburi”.
Secondo Claudio Descalzi, per riuscire a cogliere pienamente le opportunità che il Recovery Fund porta “bisogna essere pragmatici, serve velocità, non girando intorno alle cose ma decidere cosa fare e realizzarlo in modo concreto e rapido”. La competenza e la capacità di realizzazione sono altrettanto importanti: “Servono tante cose, un grosso coordinamento tra le aziende che dovranno investire e il pubblico che rappresenterà tali progetti. Ci vuole, ed è già iniziata, una grande collaborazione, un’intesa, un confronto con le istituzioni per farci vincere in Europa”.
Un impegno che, secondo l’AD di Eni, per le istituzioni significa “provvedere ad attualizzare le normative che accompagnano la transizione energetica”. Il coordinamento delle normative è funzionale al raggiungimento dei target, come ha rilevato Claudio Descalzi: “Non possiamo pensare a un futuro con normative datate, legate a una struttura industriale ed energetica completamente differente. Le istituzioni devono pensare anche a normative che aiutino la transizione. Questi prodotti decarbonizzati che non vengono più dagli idrocarburi dovranno essere aiutati. Le rinnovabili sono state aiutate con incentivi, tutto il resto dovrà essere sostenuto come ad esempio l’idrogeno”. Dare obiettivi di decarbonizzazione è dunque giusto “ma poi bisogna lavorare per creare un sistema che permetta questi investimenti e lo sviluppo”.