6 Maggio 2020
Fin dai primi giorni dell’emergenza, Eni si è spesa in numerose iniziative per aiutare chi sta combattendo in prima linea contro il Coronavirus. Il Gruppo guidato da Claudio Descalzi si è concentrato fin da subito nel cercare di soddisfare le esigenze di diverse strutture ospedaliere, attive nei territori più colpiti. In Lombardia, nel Veneto, in Emilia Romagna, nelle Marche, in Basilicata, in Puglia, in Sicilia e in Sardegna ha fornito mascherine, ma anche strumentazioni e macchinari.
In qualità di partner unico della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS, ha contribuito alla realizzazione del COVID 2 Hospital a Roma (ex Ospedale privato Columbus), dedicato esclusivamente alla cura dei pazienti affetti da Coronavirus. Nell’ambito dello stesso progetto è stato inoltre allestito un pronto soccorso dedicato ai pazienti con Coronavirus all’interno del Policlinico Gemelli. Sono in via di realizzazione poi ulteriori progetti con l’Ospedale IRCCS Luigi Sacco di Milano, l’IRCCS Policlinico San Matteo di Pavia e l’IRCCS Policlinico di San Donato.
Un impegno inarrestabile, come ribadito in più occasioni dall’AD Claudio Descalzi: Eni continua tuttora a monitorare l’evoluzione dell’emergenza e le conseguenti necessità che dovessero emergere a livello locale in ambito sanitario. A distanza di settimane da quelle prime iniziative, ne sono state predisposte altre: sul fronte informativo, attraverso il finanziamento di campagne di sensibilizzazione rivolte anche agli anziani. Su quello della ricerca, il Gruppo ha messo a disposizione le proprie infrastrutture di supercalcolo, come l’HPC5, nonché le proprie competenze di modellazione molecolare: strumenti e risorse di eccellenza nella lotta all’emergenza globale.
E nell’ottica di dare un supporto sempre più forte a chi sta fronteggiando l’emergenza, le persone di Eni hanno prontamente aderito a un’altra iniziativa proposta dai dipendenti e lanciata dall’azienda nell’ambito di una raccolta solidale a sostegno della Croce Rossa Italiana in questo periodo di emergenza. I professionisti di Eni hanno quindi donato dal 18 marzo al 9 aprile il valore di un’ora o più del proprio lavoro raccogliendo così oltre 600 mila euro che l’ente potrà utilizzare nelle sue attività.
“Questa iniziativa mi rende particolarmente orgoglioso perché è nata spontaneamente dalle nostre persone e mostra come, pur in un momento difficile come questo, continuino a rimanere solidali e a pensare a chi ha più bisogno” ha commentato in merito l’AD Claudio Descalzi. Donazioni che testimoniano l’attenzione del Gruppo che ad oggi, a favore della lotta all’emergenza, ha già stanziato complessivamente circa 35 milioni di euro.