L’energia porta i frutti e la vita: Claudio Descalzi alla “Festa di Avvenire”

30 Giugno 2022

L’energia dà vita al mondo. È questo il messaggio lanciato dall’AD di Eni Claudio Descalzi lo scorso 28 giugno da Matera dove ha preso parte alla “Festa di Avvenire”. Nel corso del panel “Italia ed Europa tra conflitti e nuovi bisogni”, l’AD ha parlato con il Cardinale Mauro Gambetti, Vicario generale per la città del Vaticano e Presidente della Fabbrica di San Pietro, e con il direttore di “Avvenire” Marco Tarquinio dei temi al centro della sesta edizione della manifestazione: energia, sostenibilità, dialogo e pace.

L’energia normalmente porta i frutti e la vita”: nelle parole di Claudio Descalzi ne emerge prepotentemente il valore. “Dove l’energia non c’è, come in Africa, vediamo che le persone soffrono, non riescono a mangiare, non riescono a svilupparsi”, ha rimarcato l’AD. L’Italia invece, oltre a disporre di due grandi fonti di energia (le rinnovabili e il gas), ha anche un vantaggio: “Può permettersi di diversificare, perché prende energia dal Nord Africa, dall’Africa sub-sahariana”. L’invito di Claudio Descalzi è quindi a rafforzare il dialogo: “Dobbiamo aprirci all’Africa, dobbiamo essere i loro compagni di viaggio e aiutarli a svilupparsi. L’Africa è un grande continente dove presto vivranno 2 miliardi di persone, senza energia e a rischio fame. Africa ed Europa sono due componenti eterogenee che si devono accoppiare per il bene di entrambi”.

La collaborazione tra impresa e territorio è il fulcro: “L’idea di Eni è quella di rinunciare a un po’ di profitto per creare valore per la comunità. In Africa tutti hanno cercato petrolio, perché si esporta facilmente. Noi abbiamo cercato anche e soprattutto gas, perché abbiamo deciso di svilupparlo per i mercati domestici, così da dare energia al territorio. Il 78% del gas scoperto in Africa viene restituito al continente. Questo è diventato fondamentale negli ultimi 20 anni. Rinunciamo a un po’ di profitti, investiamo sulle infrastrutture locali, li aiutiamo a lasciare il carbone e le biomasse, che nell’Africa subsahariana uccidono 350.000 persone all’anno. Questo nostro modo di agire ha creato una porta, un dialogo, un rapporto di reciproca credibilità”.

D’altronde, come ha ricordato Claudio Descalzi, è proprio il Vangelo a insegnare che “quando diamo agli altri diventiamo ancora più forti, perché gli altri ci rendono forti”. È questa “la chiave vera di comunità” secondo l’AD di Eni: “Ma c’è bisogno di passare da un concetto di profitto, cioè materiale, a un concetto di valore, spirituale. Vale per un’azienda, vale per chi gestisce una comunità: se parliamo dei valori, che sono l’obiettivo finale che dobbiamo raggiungere e che per noi sono valori cattolici, allora apriamo le porte del nostro interlocutore”. Impossibile, alla luce di queste parole, non riflettere su quanto sta avvenendo nel mondo: “In questo momento nessuno si sacrifica e tutti combattono, abbiamo perso proprio la connessione con la spiritualità. Io penso che ci siano dei momenti in cui riconoscere di essere deboli può diventare una forza. Ed è chiaro che se tu vuoi sempre essere più forte e non lo sei può esserci un problema. Quindi devi essere forte nelle tecnologie, nell’intelligenza, nella capacità di capire gli altri, non nel fare braccio di ferro”.

Il contesto attuale impone sfide sempre più grandi: garantire la sicurezza energetica proseguendo al contempo nel percorso di transizione nonostante le difficoltà crescenti. E qui emerge la concretezza di pensiero dell’AD Claudio Descalzi: “Noi abbiamo iniziato la trasformazione della società otto anni fa e abbiamo investito più di 7 miliardi di euro in tecnologie per le rinnovabili. Siamo partiti dal principio che ci vuole un mix energetico. Non possiamo pensare che un solo tipo di energia possa sostituire tutti gli altri. Nella storia non è mai successo. Dobbiamo usare tutte le tecnologie a disposizione: l’eolico, il solare, ma anche l’idrogeno, la fusione nucleare a cui ci stiamo avvicinando… ricordando però che la prima fonte energetica globale oggi è ancora il carbone. È bello parlare di futuro, ma dobbiamo ricordarci che noi viviamo in questo momento e abbiamo bisogno di energia e di togliere la CO2 che stiamo emettendo. Ci vogliono investimenti, non ideologie: un vettore energetico è uno strumento per l’uomo, non una fede”.