“Idee per il dopo”, l’intervento di Claudio Descalzi su Sky Tg24

17 Luglio 2020

La globalizzazione è stata una delle cause della rapida diffusione del Coronavirus e della conseguente crisi dei mercati a livello mondiale. Oggi c’è chi afferma che il fenomeno sia alla fine del suo ciclo: è il tema dell’ultima puntata di “Idee per il dopo”, approfondimento di Sky Tg24 condotto dal Direttore Giuseppe De Bellis. Claudio Descalzi, ospite del programma, ha affermato che la globalizzazione, ben lungi da definirsi un fenomeno concluso, può aiutare sia in ambito economico che sanitario: “Non è una cosa che si può spegnere o accendere, in tutti i settori: si tratta di un sistema connesso dal punto di vista della ricerca scientifica, della capacità di calcolo, della digitalizzazione e della capacità di mettere a fattor comune idee e soluzioni”.

L’emergenza sanitaria si scontra tuttavia con i classici modelli di business e ha costretto le aziende ad un repentino adattamento nell’organizzazione. “È stato un periodo difficile e complesso – ha commentato l’Amministratore Delegato di Eni – perché abbiamo tantissime attività in Italia ma operiamo soprattutto all’estero con strutture permanenti in 64 Paesi. Abbiamo mantenuto la continuità operativa, grazie soprattutto alla nostra esperienza in continenti come l’Africa e l’Asia, dove ci sono stati diversi cicli di pandemie che ci hanno in qualche modo ‘preparato’, ad esempio attraverso l’introduzione delle Lighthouse, impianti integralmente digitalizzati che hanno permesso di mantenere elevati standard di sicurezza”.

Il dibattito si è poi spostato sulla geopolitica e sugli effetti causati dai mutamenti del settore energetico: “Tra crisi del prezzo del petrolio e situazioni di conflitti internazionali, l’assetto sta mutando con l’ingresso di nuovi attori. Il Covid, pur rimanendo un fattore abbastanza marginale nel complesso, sta colpendo moltissimi Paesi in via di sviluppo dipendenti dalla produzione di oil&gas, Paesi che stavano appena uscendo da una crisi iniziata nel 2014. Adesso – conclude Claudio Descalzi – c’è bisogno di una diversificazione industriale: oggi la globalizzazione, in particolar modo grazie alla digitalizzazione, risulta ancora fondamentale per la condivisione internazionale del know-how e per aumentare l’interconnessione tra centri di ricerca, università e poli produttivi”.