Eni rinnova la collaborazione con il Politecnico di Milano: la soddisfazione dell’AD Claudio Descalzi

16 Marzo 2021

“Per immaginarci un futuro positivo, per ambiente, per l’occupazione, per la salute delle persone è essenziale puntare sulla ricerca scientifica e sull’innovazione”: lo ha sottolineato l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi intervenendo lo scorso 15 marzo all’evento online organizzato in occasione del rinnovo della collaborazione con il Politecnico di Milano. “Un accordo di importanza strategica che ci dà grande forza per accelerare la transizione verso un’energia sempre più sostenibile”, ha commentato in merito l’AD: “Il nostro è un percorso ambizioso e concreto, per il quale abbiamo già compiuto passi importanti, ma non possiamo portarlo a termine solo con il nostro impegno: occorre fare sistema a livello Paese, promuovere la cultura della circolarità e della Carbon Neutrality e mettere a fattore comune possibilità di investimento e know-how”.
La collaborazione tra Eni e il Politecnico di Milano ha preso il via nel 2008: rinnovata per altri cinque anni, estendibili fino a sette, impegna ora le due realtà a realizzare il primo Centro Congiunto per l’accelerazione dell’applicazione di tecnologie innovative per la transizione energetica e la Carbon Neutrality. Qui ricercatori, tecnologi ed esperti di accelerazione del time-to-market dei prodotti della ricerca lavoreranno a specifici progetti, individuati mediante iniziative di Technology Foresight e di analisi dedicate all’accelerazione dei percorsi di sviluppo delle tecnologie e al loro deployment.
Evidenziandone il valore, Claudio Descalzi ha spiegato come la collaborazione abbia portato Eni negli ultimi 7-8 anni a investire in ricerca scientifica e applicazioni 50 milioni: “Abbiamo voluto rinnovare questo accordo perché abbiamo ulteriori tecnologie e vogliamo sviluppare nuovi brevetti, su temi come l’economica circolare. A medio e lungo termine gli investimenti sono tanti. Abbiamo ricordato che apriremo questo Centro Congiunto di innovazione e ricerca scientifica, perché sempre di più vogliamo caratterizzarci come degli attori che fanno ricerca, ma per implementarla immediatamente”. Nel complesso Eni ha investito “più di un miliardo nella ricerca scientifica, con 4 miliardi per l’implementazione, con un time to market dalla scoperta alla messa a terra di tre anni e mezzo”: nella ricerca i tempi sono sempre più lunghi e “si può parlare anche di un decennio” ma, come precisato dall’AD, “stiamo cercando davvero di accelerare e questa è una nostra caratteristica”.
Nel suo intervento l’AD Claudio Descalzi ha ricordato come gli investimenti del gruppo abbiano portato a una produzione di 7.500 brevetti con un’applicazione su 450 progetti: “Non è sempre facile riuscire a finalizzare la ricerca scientifica con progetti industriali. Il nuovo Centro servirà a mettere a terra questi progetti per fare monitoraggio, per far crescere nuove figure professionali ed è essenziale”. Eni infatti, come annunciato in numerose occasioni, punta al raggiungimento della neutralità carbonica totale nel 2050 e agli inizi del 2040 in Europa, in netto anticipo rispetto alle previsioni. Traguardi importanti che, come ribadito dall’AD Claudio Descalzi, possono essere conseguiti anche grazie alla collaborazione con atenei e centri di ricerca: “Questa importante unione con Politecnico accompagna una diversificata presenza di Eni, con circa settanta università e centri di ricerca a livello mondiale”. Si vince facendo sistema, come dice anche l’accordo con il Politecnico di Milano: “È essenziale avere una catena di trasmissione tra università e industria. Sono cose in cui crediamo fortemente”.