Eni punta sull’eolico offshore: l’intervista de “Il Sole 24 Ore” all’AD Claudio Descalzi

18 Dicembre 2020

È “una grande occasione”, come l’ha definita l’AD Claudio Descalzi, che Eni non poteva lasciarsi sfuggire: il Gruppo ha annunciato nei giorni scorsi l’ingresso nel mercato della produzione di energia elettrica da eolico offshore in Gran Bretagna grazie all’acquisizione del 20% del progetto Dogger Bank (A e B) da Equinor e SSE Renewables. È il più grande del mondo e prevede l’installazione di 190 turbine di ultima generazione da 13 MW ciascuna a una distanza di oltre 130 km dalle coste britanniche, per una potenza complessiva di 2,4 GW: a regime l’impianto sarà in grado di produrre elettricità rinnovabile pari a circa il 5% della domanda del Regno Unito, fornendo energia a circa sei milioni di famiglie.

“Con l’ingresso nel progetto ci siamo assicurati una posizione privilegiata per lo sviluppo di una tecnologia e di un’area che rappresentano il futuro dell’energia”, ha sottolineato Claudio Descalzi commentando la notizia a “Il Sole 24 Ore”. “Ci siamo aggiudicati la quota al termine di un processo competitivo che ha visto scendere in campo diverse società. Ritengo che la nostra proposta sia stata valutata non solo da un punto di vista del prezzo, dal momento che le offerte economiche erano tutte piuttosto vicine, ma per un mix di fattori”, ha spiegato l’AD evidenziando come Equinor, già partner del Gruppo, e SSE Renewables, oltre alla solidità finanziaria, abbiano riconosciuto il forte impegno che Eni porta avanti sul fronte delle rinnovabili non solo in Gran Bretagna e in Norvegia: “Siamo degli interlocutori che possono seguirli in questo percorso di sviluppo”.

E ora con Dogger Bank “abbiamo messo un piede nel più grande progetto al mondo nell’eolico offshore con una quota in capo a Eni che sarà di circa 500 megawatt rispetto ai 2,4 GW delle prime due fasi”: per farlo, come ricordato nell’intervista da Claudio Descalzi, il Gruppo ha puntato su una tecnologia che “rappresenta il futuro dell’energia”. Per Eni si tratta dunque di un traguardo importante, ma secondo l’AD lo è altrettanto essere dentro un contesto “in cui le rinnovabili stanno avendo un’accelerazione enorme e con un prodotto di grandissima efficienza”. La produzione di energia arriverà infatti a traguardo in tempi rapidi, la prima fase sarà completata entro il 2023 e la seconda entro fine 2024. L’investimento complessivo per i due step si attesta intorno ai sei miliardi di sterline e il 70% è già coperto dal project financing: “È un’occasione unica per accumulare esperienza operativa. Noi abbiamo già sviluppato e sviluppiamo dei progetti nell’eolico in Kazakistan, in Italia, negli Usa. L’eolico offshore, però, rappresenta il futuro per cui partecipare al progetto più grande su scala mondiale permetterà di acquisire expertise sulla parte tecnologica, nell’approvvigionamento, nella costruzione e in altre aree, e farà crescere professionalmente i nostri ingegneri”.

L’obiettivo che si è dato il Gruppo, come emerge dalle parole di Claudio Descalzi, è dunque “di costruire una presenza sempre più articolata che affianchi, al nostro business tradizionale upstream, lo sviluppo di energie rinnovabili e una crescente presenza sul mercato retail”. Non a caso Eni in Gran Bretagna è al lavoro su più fronti: oltre ad essersi aggiudicata la licenza per un progetto di stoccaggio dell’anidride carbonica in un’area situata nella Baia di Liverpool, è coinvolta in un altro insieme a Shell, Total, Bp, Equinor e National Grid “in cui faremo stoccaggio di CO2 sia per l’industria locale che per il power”. In Norvegia invece insieme a HitecVision è stata creata una nuova joint venture, Vàrgronn “perché vogliamo partecipare alle gare per le rinnovabili che il governo norvegese dovrebbe lanciare molto presto”: la Norvegia “è infatti molto ben posizionata per produrre energia elettrica dall’offshore e noi ci siamo dotati in modo preventivo di uno strumento societario che ci consentirà di giocare questa partita”. E anche negli Stati Uniti “abbiamo già acquisito dei progetti esistenti, e ci sono anche progetti futuri di cui dobbiamo ancora discutere”. La parola d’ordine è sempre la stessa: crescita.

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https://www.ilsole24ore.com/art/eni-450-milioni-sull-eolico-offshore-un-posto-futuro-dell-energia-ADnStO6