“L’anno più difficile è alle spalle, ora guardiamo al futuro con fiducia. Eni sarà un gruppo a zero emissioni al 2050”: intervistato all’indomani della presentazione del Piano 2021-2024, l’AD Claudio Descalzi ne ha illustrato a “Il Messaggero” obiettivi e punti-chiave. L’attenzione del Gruppo converge sempre più su rinnovabili e clienti, con lo sguardo rivolto essenzialmente a tre missioni cruciali: zero emissioni nel 2050, prevalenza strategica del gas (destinato a rappresentare nel lungo termine oltre il 90% della produzione) e fusione dei business delle energie rinnovabili con il retail di Eni Gas e Luce.
La grande forza, l’indole nel trasformarsi e anticipare il cambiamento, la flessibilità di Eni si sono rivelati indispensabili nell’affrontare “l’anno più difficile nella storia dell’industria energetica”: Eni ne è uscito reagendo “con prontezza allo straordinario contesto di crisi e progredendo nel processo irreversibile di transizione energetica”. E da qui si riparte: “La trasformazione è iniziata nel 2014. Abbiamo costruito le tecnologie, da quelle delle bioraffinerie al waste to fuel, fino alla cattura e lo stoccaggio della Co2”. Lo scorso anno, dopo circa due anni di simulazioni, la riduzione delle emissioni nel 2050 era stata fissata all’80%. “Ora abbiamo compiuto un altro miglio, il 20% che ci mancava, per arrivare alla totale decarbonizzazione tra 30 anni”: un target, come precisato dall’AD Claudio Descalzi, “peraltro conservativo, visto che non tiene conto delle tecnologie che nel frattempo avremo implementato”.
Nel nuovo Piano, presentato lo scorso 19 febbraio, il focus è maggiormente sui clienti e l’obiettivo passa da 11 a 15 milioni al 2030: “Abbiamo creato la combinazione tra retail e rinnovabili. Anche a causa del Covid abbiamo rimodulato i profili di produzione e aumentato la percentuale di gas tra il 2030 e il 2040. Così che tutta la parte raffinazione sarà chiusa entro il 2040. Spingeremo di più anche sulla cattura e stoccaggio di Co2”.
Sul gas, che nei progetti di Eni arriverà a rappresentare il 90% della produzione, l’AD ha precisato che, avendone anticipato l’obiettivo al 2035-2040, “per allora rimarrà solo una manciata di barili di petrolio, secondo le previsioni attuali”. Nel futuro del Gruppo, come sottolineato nell’intervista da Claudio Descalzi, Eni Gas e Luce che conterrà rinnovabili e retail troverà sempre più spazio, dal momento che “si tratta di una società che può spingere di più sulla leva del debito e può emettere green bond”: sarà interamente green, tra energie rinnovabili e biometano e, per quanto ci sia ancora tempo, ci sono già “diverse idee in cantiere”. In parte sono anche qui le radici dell’Eni che sarà: “Noi saremo sempre più cliente-centrici. La visione è corretta, ma va completata da un’altra gamba, quella del retail-oil delle stazioni di servizio. Non a caso ho messo insieme il bio-carburante con il marketing. In un quadriennio può produrre quasi un miliardo di Ebitda. Come del resto, il retail gas: con le rinnovabili raddoppierà fino ad avere 1 miliardo di Ebitda. Due belle gambe robuste, che cresceranno sempre di più perché hanno in sé tutta la componente di prodotto pulito del gruppo”.
E sul nuovo Piano che per il quadriennio 2021-2024 prevede investimenti per 28 miliardi pur non tenendo conto del supporto del Recovery, l’AD Claudio Descalzi ha spiegato come rappresenti “un’opportunità aggiuntiva” grazie a cui sarà possibile accelerare ulteriormente il processo di decarbonizzazione: “Quei 15 progetti a regime possono ridurre 6,4 milioni di tonnellate di Cot. Un bel traguardo”.
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