29 Luglio 2022
Impossibile parlare dei risultati registrati da Eni nel primo semestre 2022 senza guardare all’impegno messo in campo in questi mesi per garantire all’Italia la sicurezza delle forniture energetiche e continuare nel mentre, come fa notare l’AD Claudio Descalzi, ad “attuare la nostra strategia di decarbonizzazione”. In un contesto di incertezza e volatilità dei mercati Eni si è rapidamente attivata per garantire nuovi flussi di approvvigionamento: “Dopo gli accordi sulle forniture di gas con i nostri partner in Algeria, Congo ed Egitto nella prima parte dell’anno, a giugno Eni è entrata nel progetto North Field East in Qatar, il più grande sviluppo di GNL al mondo. In Africa orientale, abbiamo avviato la produzione di gas del progetto Coral South FLNG operato da Eni, il primo a valorizzare il grande potenziale del Mozambico”. E guardando più all’Italia invece “ci siamo proattivamente impegnati nella ricostituzione degli stoccaggi di gas in previsione della prossima stagione invernale e le nostre raffinerie hanno aumentato significativamente i tassi di lavorazione per garantire un adeguato flusso di prodotti petroliferi per soddisfare la richiesta di mercato”.
L’AD Claudio Descalzi parla non a caso di “massimo impegno”, portato avanti senza venir meno agli impegni presi sul fronte della transizione energetica: “In Plenitude, il programma di espansione della capacità di generazione da fonti rinnovabili prosegue verso l’obiettivo di superare i 2 GW entro la fine dell’anno; date le condizioni di mercato, l’IPO è stata rimandata ma rimane nei nostri piani. Il business Eni della mobilità sostenibile incrementerà il valore delle nostre bioraffinerie, facendo leva sull’integrazione verticale con il nostro innovativo agri-business e il portafoglio di soluzioni decarbonizzate. Tecnologie breakthrough sono il motore del nostro sviluppo come testimonia la costruzione in corso dell’impianto dimostrativo di fusione magnetica che punta a produrre energia netta da fusione nel 2025”.
Per quanto riguarda i risultati finanziari conseguiti invece, l’AD Claudio Descalzi rimarca come siano stati sostenuti da “una costante attenzione all’efficienza e al controllo dei costi”. Eni ha chiuso il secondo trimestre dell’anno con un rialzo dell’utile netto adjusted a 3,808 miliardi di euro contro i 929 milioni dello stesso periodo del 2021. Il dato del primo semestre sale a 7,078 miliardi da 1,199 miliardi. “L’EBIT adjusted del Gruppo nel trimestre è stato di €5,8 miliardi trainato dai business E&P e R&M; l’utile netto adjusted è stato di €3,8 miliardi. Con un flusso di cassa adjusted di €10,8 miliardi abbiamo finanziato investimenti organici per €3,4 miliardi e la politica di distribuzione dell’intero anno”, spiega dettagliatamente l’AD rilevando come “i solidi risultati conseguiti e l’aggiornamento delle nostre previsioni sul mercato di riferimento” permettano a Eni “di migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a €2,4 miliardi”.