Eni, maxi accordo con ADNOC nella raffinazione: la soddisfazione dell’AD Claudio Descalzi

4 Febbraio 2019

Quella che ha portato Eni all’acquisizione di una quota del 20% della società ADNOC Refining è l’operazione più rilevante mai condotta negli Emirati Arabi Uniti da un investitore straniero in ambito energetico. È stato l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi a firmare lo scorso 27 gennaio l’accordo insieme a Sua Eccellenza Sultan Ahmed Al Jaber, Ministro di Stato degli Emirati Arabi Uniti e Amministratore delegato di ADNOC.

Erano presenti anche il Presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte e Sua Altezza lo Sceicco Mohamed bin Zayed Al Nahyan, Principe della Corona di Abu Dhabi e Vice Comandante Supremo delle forze Armate degli Emirati Arabi Uniti. Contestualmente ADNOC ha annunciato la cessione di una quota della società pari al 15% all’austriaca OMW. Non solo: le tre società daranno vita a una Joint Venture specializzata nella commercializzazione dei prodotti petroliferi con le medesime quote azionarie stabilite per ADNOC Refining. Accordi che, come ha evidenziato l’AD di Eni Claudio Descalzi, consolidano “la forte partnership” che il gruppo ha avviato con ADNOC: “Nell’arco di meno di un anno, siamo stati in grado di creare un hub con attività upstream d’eccellenza e una capacità di raffinazione efficiente, di grandi dimensioni e con ulteriore potenziale di crescita”. E ora si guarda ad ADNOC Refining, quarto complesso di raffinazione in termini di capacità produttiva su scala mondiale: dotato di uno schema di processo a elevatissima conversione, sfrutta le migliori tecnologie disponibili.

Eni contribuirà allo sviluppo tecnologico degli impianti, avendo già maturato, all’interno delle proprie raffinerie europee, un’ampia esperienza nella gestione dei processi utilizzati da ADNOC Refining (il coking, l’hydrocracking, la conversione e desolforazione dei residui, quelli relativi al cracking catalitico a letto fluido per citarne alcuni) e nelle azioni di ottimizzazione volte a massimizzare il margine dei barili raffinati. Nel commentare l’operazione, Claudio Descalzi ha fatto notare come consenta al gruppo di entrare nel settore downstream degli Emirati Arabi Uniti e di incrementare del 35% la propria capacità di raffinazione: “È in linea con la nostra strategia volta a rendere il portafoglio di Eni maggiormente diversificato dal punto di vista geografico, più bilanciato lungo la catena del valore, più efficiente e più resiliente rispetto alla volatilità del mercato”.