22 Novembre 2019
“Questo accordo si inserisce nel nostro piano strategico di decarbonizzazione e trova fondamento nella grande esperienza di Eni nelle attività offshore e nella gestione dei progetti complessi”: è l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi a sottolineare con queste parole il valore del progetto ISWEC, presentato lo scorso 28 ottobre nel corso di un evento organizzato a Ravenna a cui ha preso parte anche il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Frutto del percorso di collaborazione intrapreso lo scorso aprile con Terna, Fincantieri e CDP, punta a trasformare l’Inertial Sea Wave Energy Converter (ISWEC), innovativo sistema di produzione di energia dal moto ondoso, in un impianto realizzabile su scala industriale e, quindi, di immediata applicazione e utilizzo.
“Dal 2021 cominceremo a fornire energia alle piccole isole” ha annunciato quindi l’AD Claudio Descalzi. Nel corso dell’evento è stato infatti sottoscritto un ulteriore accordo di collaborazione tra le quattro grandi realtà del Paese che si svilupperà in due fasi. Nella prima, oltre a definire un vero e proprio piano di business in Italia, ci si concentrerà sul completamento della prima installazione industriale di ISWEC presso la piattaforma Eni Prezioso nel Canale di Sicilia al largo delle coste gelesi: l’avvio è in programma per la seconda metà del 2020. Nella seconda ci si concentrerà da un lato sulla costituzione di una società per lo sviluppo e realizzazione di questi impianti e, dall’altro, sulla esecuzione pratica del piano definito nel corso della prima fase.
Claudio Descalzi ha sottolineato come la prima applicazione industriale di ISWEC sia stata realizzata e installata “in tempi record per il settore”. In merito all’accordo con CDP, Terna e Fincantieri, l’AD ha spiegato come il “fare squadra” sia indispensabile per realizzare un progetto che “sta andando bene e lo dimostra il fatto che entro un anno e mezzo vogliamo fornire le isole italiane di questo tipo di energia prodotta da moto ondoso”. La collaborazione tra quattro “eccellenze italiane” permetterà quindi “di mettere a fattor comune le grandi competenze esistenti e di accelerare il processo di industrializzazione di questa tecnologia, a differenza di quanto avvenuto finora per dispositivi analoghi”.