27 Maggio 2020
La trasformazione di Eni negli ultimi sei anni, i traguardi raggiunti nell’ambito della transizione energetica e della decarbonizzazione, i nuovi impegni definiti nel Piano Strategico di Lungo Termine al 2050. Il quattordicesimo report di sostenibilità racconta di un gruppo diventato oggi “più semplice, veloce e resiliente”, pronto ad affrontare le complesse sfide che l’emergenza Coronavirus gli pone davanti. Non a caso, come ha sottolineato l’AD Claudio Descalzi nel presentare ‘Eni for – A just transition 2019’, “siamo convinti che dalle difficoltà possano nascere nuove opportunità”.
Lasciando parlare i numeri, l’intensità delle emissioni di gas a effetto serra nelle operazioni upstream si è ridotta del 27% rispetto al 2014, in linea con l’obiettivo al 2025, che prevede una diminuzione del 43% sul 2014. In netto calo anche le emissioni fuggitive di metano, a -44% rispetto al 2018: la riduzione conseguita ha permesso il raggiungimento con sei anni di anticipo del target al 2025 di riduzione dell’80% rispetto al 2014. Nell’ambito Ricerca e Sviluppo sono state 34 le nuove domande di brevetto presentate, di cui 15 mirate direttamente allo sviluppo di tecnologie nel settore delle fonti rinnovabili (biocarburanti e solare).
Lo scorso anno poi il gruppo guidato da Claudio Descalzi ha erogato 25.845 ore di formazione in materia di diritti umani, nell’ottica di creare un linguaggio e una cultura comune e condivisa sui diritti umani e di migliorare la comprensione dei possibili impatti del business in materia. E ancora nel 2019 circa 6.000 fornitori sono stati sottoposti a verifiche e valutazioni con riferimento a tematiche di sostenibilità ambientale e sociale, mentre circa 95,3 milioni di euro sono stati investiti per lo sviluppo locale.
“Gli impegni che abbiamo preso per portare avanti il processo di trasformazione sono ancora più forti oggi, così come la nostra determinazione al contrasto del cambiamento climatico e il nostro sforzo per una transizione energetica equa, che tenga conto di tutti i fattori in gioco: dalla necessità di ridurre l’impronta carbonica nella direzione dell’Accordo di Parigi all’esigenza di uno sviluppo globale della collettività” ha spiegato l’AD Claudio Descalzi. Per il terzo anno consecutivo il report include uno specifico documento incentrato sul percorso di neutralità carbonica nel lungo termine, costruito sulla base delle raccomandazioni della Task Force on Climate-related Financial Disclosure (TCFD), di cui il gruppo è membro sin dalla sua costituzione.
Elemento centrale nel percorso di transizione energetica avviato da Eni resta quindi l’impegno per la progressiva decarbonizzazione. Su questo fronte si punta ad azzerare entro il 2040 le emissioni nette GHG scope 1 + scope 2 e ad ottenere al 2050 una riduzione dell’80% delle emissioni nette GHG sull’intero ciclo di vita dei prodotti energetici (comprensive di emissioni scope 1, scope 2 e scope 3), oltre la soglia del 70% indicata dall’Agenzia Internazionale dell’Energia nello Scenario di Sviluppo Sostenibile (SDS), compatibile con gli obiettivi dell’Accordo di Parigi: la prospettiva è raggiungere una significativa riduzione dell’impronta carbonica per effetto di azioni su tutto il portafoglio di business.