18 Luglio 2019
“Le scoperte di Eni in Mozambico sono molto importanti perché sono fondate su tecnologie innovative e sulla volontà di investire nei mercati emergenti”: intervenendo alla cerimonia di apertura dei lavori del Business Forum Italia – Mozambico che si è tenuto lo scorso 9 luglio nella sede di Confindustria Nazionale a Roma, l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi ha parlato delle prospettive di crescita del Paese, destinato a diventare nel 2024-25 il secondo più importante in termini di export di gas al mondo dopo il Qatar.
“Ma non sta ancora esportando gas, per questo servono le tecnologie per scoprire e sviluppare i campi. Ci vogliono importanti investimenti” ha spiegato l’AD, che si è poi soffermato sull’esperienza di Eni. “Noi da quando abbiamo iniziato i primi pozzi, dal 2006, abbiamo già investito più di otto miliardi di dollari, che devono essere completati da quasi 25 altri miliardi da qua al 2024 per mettere in produzione altri campi” ha sottolineato l’AD, citando in merito anche un “grandissimo successo italiano recente”: la scoperta del più grande giacimento a gas degli ultimi venti anni in Africa sub-sahariana (nel bacino di Rovuma).
“Adesso ci sono le tecnologie, ma questa scoperta vale molto – ha specificato Claudio Descalzi – perché è basata sulle tecnologie, sulla volontà di prendersi dei rischi, di credere in Paesi nuovi e sulla volontà di costruire con questi paesi un progetto completamente nuovo”.Sempre in merito alle attività del gruppo in Mozambico, l’AD ha aggiunto che “c’è un campo di sviluppo ancora al 40%: Coral entrerà in produzione nel 2022 e poi c’è un altro campo sviluppato con Exxon che produrrà alla fine con Coral 20 milioni di tonnellate di Lng l’anno. Questo produrrà per il Paese un ritorno molto importante: ai prezzi attuali il Mozambico in 20-25 anni avrà un ritorno di circa 100 miliardi di dollari, qualcosa di veramente grandioso. Ed è solo un terzo del gas che abbiamo trovato da sviluppare”.
Per Claudio Descalzi dunque il Mozambico è “una regione che avrà un grandissimo sviluppo”. Ma non può essere trascinato solo dal petrolio e dal gas: “Noi abbiamo iniziato dei progetti, prima di produrre, in connessione con la strategia nazionale, nel campo sanitario e nell’ambito della formazione e dell’istruzione”.“Possiamo portare valore aggiunto, farci riconoscere per quello che siamo con la testa, con il cuore, con la cultura e con l’umiltà. Non si può pensare solo di insegnare, ma occorre anche imparare dalla cultura che ci ospita” ha ribadito l’AD in conclusione, riferendosi al “coraggio imprenditoriale” che contraddistingue le imprese italiane nel mondo.