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Claudio Descalzi sull’accordo Eni – Adnoc: l’area possiede “enormi potenzialità”

Gli analisti giudicano positivamente l’ultima operazione di Eni negli Emirati Arabi Uniti, dove ha rilevato il 20% del colosso della raffinazione Adnoc Refining. L’obiettivo, ha spiegato l’Amministratore Delegato di Eni Claudio Descalzi in un’intervista rilasciata a Il Sole 24 Ore, “è incrementare la nostra presenza nell’area dove ci sono enormi potenzialità soprattutto nel gas e dimostrare che siamo in grado di trasformare le aree assegnate in successi esplorativi e in produzione in tempi rapidi”. L’operazione, del valore di 3,3 miliardi di dollari, consentirà a Eni di rafforzare del 35% la sua capacità di raffinazione, aumentando la diversificazione geografica e la resilienza del business, che riuscirà a resistere più efficacemente alla volatilità dei prezzi del greggio e del gas. “Siamo partiti nel 2014 con un break even del margine di raffinazione a 8 dollari al barile. Ora, con questa operazione, siamo in grado di ridurre ulteriormente il nostro obiettivo da 3 a 1,5 dollari”, ha spiegato l’AD. Eni ha avuto la meglio su una concorrenza particolarmente agguerrita grazie al suo know how e alle tecnologie proprietarie di cui dispone, che conferiscono grande flessibilità agli impianti e la capacità di lavorare anche greggi pesanti grazie all’apporto nel trattamento dei residui.

“L’operazione”, ha spiegato Claudio Descalzi, “si colloca all’interno della nostra strategia di diversificazione geografica e ci consente di incrementare la nostra capacità di raffinazione a margini elevati, vale a dire con un basso break even per barile, e di controbilanciare i possibili scenari di basso prezzo del greggio. È un complesso cui fanno capo tre delle principali raffinerie del mondo e che vanta una capacità totale di 90mila barili al giorno, destinati a divenire 1,6 milioni a valle degli investimenti ancora allo studio.”

L’accordo prevede inoltre l’avvio di una joint venture con Adnoc e Omv per commercializzare i prodotti di Adnoc Refining: l’AD di Eni prevede che la parte amministrativa e di compliance della joint venture diventi operativa entro l’anno corrente. L’asse negli Emirati non mancherà di prendere in considerazione anche le rinnovabili, dove Eni e Adnoc “lavoreranno insieme su alcuni progetti all’estero e anche sull’economia circolare”.

Antonino Spano

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