6 Settembre 2024
È “un progetto di grande importanza per la decarbonizzazione”, ha ribadito l’AD di Eni Claudio Descalzi in merito a Ravenna CCS, che lo scorso 3 settembre con l’avvio delle attività di iniezione della CO₂ in giacimento relative alla Fase 1 “è diventato realtà industriale”. Sviluppato da Eni insieme a Snam nell’ambito della Joint Venture paritetica appositamente costituita, si configura come il primo progetto in Italia per la cattura, il trasporto e lo stoccaggio permanente della CO₂ a scopi esclusivamente ambientali per contribuire alla decarbonizzazione dei settori industriali: inoltre si sta affermando anche come primo al mondo in termini di efficienza e potrà giocare una parte importante nel raggiungimento degli obiettivi fissati dall’Unione Europea di dotarsi entro il 2030 di una capacità di stoccaggio di CO₂ pari ad almeno 50 milioni di tonnellate per anno.
“La cattura e lo stoccaggio della CO₂ è una pratica efficace, sicura e disponibile fin da ora per abbattere le emissioni delle industrie energivore le cui attività non sono elettrificabili”, ha spiegato l’AD di Eni Claudio Descalzi. “Utilizziamo i nostri giacimenti esauriti, le nostre infrastrutture esistenti e il nostro know-how nelle tecniche di reiniezione per offrire un servizio molto competitivo per il quale stiamo riscuotendo un grandissimo interesse”: la Fase 1 ha l’obiettivo di catturare, trasportare e stoccare la CO₂ emessa dalla centrale Eni di trattamento del gas naturale di Casalborsetti, nel Comune di Ravenna, stimata in circa 25mila tonnellate per anno. L’anidride carbonica, una volta catturata, viene trasportata fino alla piattaforma offshore di Porto Corsini Mare Ovest, attraverso condotte precedentemente utilizzate per il trasporto del gas naturale e opportunamente riconvertite. Infine, iniettata nell’omonimo giacimento a gas esaurito, viene stoccata permanentemente a circa 3.000 metri di profondità.
Ravenna CCS si distingue a livello internazionale per il pionierismo e il considerevole potenziale di riduzione delle emissioni. È infatti in grado di garantire un livello di abbattimento superiore al 90%, e con punte fino al 96%, della CO₂ in uscita dal camino della centrale con una concentrazione di carbonio inferiore al 3% ed a pressione atmosferica, le condizioni più severe ad oggi riscontrabili dal punto di vista industriale. L’impianto di cattura della centrale di Casalborsetti inoltre viene alimentato con energia elettrica da fonti rinnovabili, con il risultato di evitare ulteriori emissioni di CO₂. Peculiarità che lo rendono il primo progetto al mondo su scala industriale con tale efficienza di cattura.
“Stiamo affrontando la complessità della transizione energetica con concretezza e determinazione, accrescendo e valorizzando le soluzioni a nostra disposizione per decarbonizzare le nostre attività e i vari ambiti dei sistemi economici e industriali”, ha spiegato Claudio Descalzi parlando del valore strategico di Ravenna CCS per Eni. “Dalle rinnovabili ai biocarburanti, dalla CCS alla chimica sostenibile siamo impegnati a fornire ai nostri clienti una varietà di soluzioni con costante attenzione alla competitività economica e alla domanda reale di chi l’energia la deve utilizzare per lavorare e produrre”, ha ricordato infine l’AD di Eni.