22 Settembre 2022
L’ha definita “un’emergenza grave e globale” l’AD di Eni Claudio Descalzi parlando lo scorso 14 settembre dell’attuale crisi energetica: l’auspicio “ovviamente è che sia limitata nel tempo”, ha aggiunto intervenendo all’evento “MilanoParigiCapitali” organizzato da Class Editori. “Tuttavia la situazione ci fornisce un insegnamento. Non possiamo smettere di utilizzare e investire le risorse che il mondo sta utilizzando, soprattutto parlo di gas e petrolio”: quanto sta avvenendo non fa altro che riconfermare la necessità di “un periodo di transizione perché se pensassimo di smettere ora la situazione diventerebbe molto molto tesa per tutti da un punto di vista industriale”.
Ecco perché oggi più che mai è importante dare continuità a quella svolta green a cui si guarda da tempo “ma è essenziale farlo in modo tale che non ci siano difficoltà o limiti nell’uso delle tecnologie” impiegando quindi “il più ampio spettro tecnologico”: al contempo occorre lavorare a “una transizione che decarbonizzi quello che, in questo momento, viene utilizzato dall’industria e che sono appunto gli idrocarburi” facendo in modo che si arrivi a un sistema bilanciato. È anche in quest’ottica che negli ultimi anni Eni ha destinato investimenti sempre più ingenti allo sviluppo di nuove tecnologie: “II nostro obiettivo è quello di realizzare prodotti che siano verdi, blu e bio. In questo momento bisogna pensare al breve termine, all’emergenza energetica ma parallelamente bisogna investire in tutto quello che sarà il futuro del sistema energetico globale”.
Proseguire nel percorso di transizione green e garantire la sicurezza energetica sono quindi le principali sfide a cui oggi bisogna urgentemente rispondere. Non a caso Eni si è attivata prontamente negli ultimi mesi avviando insieme al Governo una campagna italiana di approvvigionamento di gas in vista del prossimo inverno. In merito l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato come sia “sempre stata positiva”: basti pensare che “nell’ultima settimana la domanda in Italia è stata di 150 milioni di metri cubi al giorno rispetto a un approvvigionamento di 200 milioni di mc. Grazie a questa differenza siamo riusciti a riempire gli stoccaggi. Abbiamo lavorato in strettissimo coordinamento del Governo, mettendo a fattor comune le produzioni, gli investimenti e le riserve di Eni nei diversi Paesi in cui opera”.
Un impegno considerevole: “Abbiano iniziato con quelli più vicini, collegati attraverso i gasdotti, come l’Algeria che ha già raddoppiato le forniture di gas all’Italia. In futuro arriverà anche il contributo di Egitto, Nigeria, Angola e Congo. Si tratta di un’azione che deve continuare nel tempo e che non va fermata, anche e soprattutto perché c’è molta competizione sull’approvvigionato. Chiaramente un punto essenziale è quello di aumentare la capacità di rigassificazione interna ed è una cosa che nel 2023 dovremo avere a disposizione”. Disporre di una maggiore capacità di rigassificazione, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi, permetterebbe di migliorare ancora il flusso di gas: “Servono investimenti. La situazione migliorerà nel tempo. Tutta l’Europa ha bisogno di gas e di diversificare le fonti di approvvigionamento. Se l’inverno sarà mediamente come gli inverni passati e quindi senza punte di freddo eccessivo, fra gli stoccaggi che sono pieni al 90% e i nuovi flussi di produzione, potremo riuscire a farcela”.