8 Novembre 2018
Si dice “particolarmente soddisfatto” l’AD Claudio Descalzi nel commentare i risultati conseguiti dal gruppo nel terzo trimestre 2018. Un utile netto adjusted di 1,39 miliardi di euro (0,23 miliardi nel terzo trimestre 2017) che porta Eni nei primi nove mesi dell’anno a raggiungere i 3,13 miliardi di euro, più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Il gruppo registra poi un utile operativo adjusted di 3,3 miliardi di euro nel terzo trimestre, ulteriormente triplicato sul periodo di confronto: nei primi nove mesi si attesta intorno agli 8,25 miliardi di euro (più che raddoppiato rispetto allo stesso periodo del 2017). L’utile netto invece è stato di 1,53 miliardi di euro nel trimestre e di 3,73 miliardi di euro nei nove mesi.
Nel suo commento, Claudio Descalzi ha sottolineato come tali risultati abbiano permesso al gruppo di produrre una generazione di cassa eccellente: “Gli incassi netti operativi sono stati pari a 4,1 miliardi di euro, il doppio rispetto al terzo trimestre 2017 e, ancora più importante, il 35% in più rispetto al secondo trimestre 2018 che aveva registrato un prezzo medio Brent simile all’attuale“. L’AD ha poi fatto notare come si stia operando bene in tutte le aree di business: se “l’Upstream mette in luce la sua piena capacità di monetizzare scenari favorevoli dei prezzi degli idrocarburi e soprattutto di incrementare il valore anche a scenari costanti“, i business mid-downstream “dimostrano di aver acquisito un livello di sostenibilità in uno scenario per loro complessivamente non favorevole“.
La performance, come ha evidenziato Claudio Descalzi, porta il debito netto a 9 miliardi di euro: rispetto a fine giugno è sceso di circa 900 milioni di euro, nonostante siano già stati corrisposti tutti i dividendi di competenza di quest’anno.
L’AD infine si è focalizzato sugli obiettivi raggiunti in termini di disciplina finanziaria che “siamo determinati a mantenere nel tempo“. Claudio Descalzi ha confermato “per il 2018 una neutralità di cassa di Gruppo, compresa la copertura dei dividendi, a 55 $/barile, oltre 20 dollari più bassa rispetto alle quotazioni Brent attuali“.