16 Febbraio 2024
È l’AD Claudio Descalzi a ripercorrere il 2023 di Eni sottolineando il valore degli “eccellenti risultati” conseguiti lo scorso anno che sono stati presentati il 16 febbraio. “Nonostante uno scenario incerto e volatile abbiamo conseguito ottimi risultati sia finanziari che operativi, progredendo nella nostra strategia di creazione di valore, di decarbonizzazione e di contestuale garanzia di stabilità e affidabilità delle forniture energetiche”, osserva il manager richiamando l’attenzione sul “nostro modello satellitare distintivo” che come emerge anche dai numeri si conferma “una efficace leva nell’accelerazione della crescita di valore, contribuendo alla nostra performance in modo sostanziale”.
Rispetto alle operazioni portate avanti lo scorso anno, l’AD Claudio Descalzi ricorda l’acquisizione di Neptune, finalizzata di recente: “Con il suo portafoglio prevalentemente a gas, e sinergico ai nostri asset in Nord Europa, Indonesia e Nord Africa, costituirà un elemento chiave per i nostri piani di sviluppo”. Rilevanti poi i progetti Baleine in Costa d’Avorio e Floating GNL Congo (fase 1), avviati lo scorso anno “nel rispetto dei tempi e dei budget”.
L’AD rimarca inoltre gli “straordinari successi esplorativi in Indonesia e in altre geografie” che hanno permesso a Eni di confermare la leadership nel settore. E “al tempo stesso abbiamo conseguito il massimo livello di produzione rispetto all’intervallo obiettivo annunciato”. Eni ha raggiunto “risultati record” anche nel settore GGP facendo leva su qualità del portafoglio, azioni di ottimizzazione e favorevoli accordi contrattuali.
“La realizzazione di progetti a gas e a contenute emissioni è solo un aspetto del nostro piano di transizione, che ci vede anche impegnati nell’aumentare in maniera rilevante la presenza nel settore delle nuove energie”, spiega Claudio Descalzi. Basti pensare a come Enilive, attiva nei business dei biocarburanti e dei servizi di mobilità, sia riuscita ad ampliare la propria presenza internazionale attraverso l’acquisizione della partecipazione del 50% nella bioraffineria di Chalmette negli Stati Uniti e all’accordo di joint venture con LG Chem per la realizzazione di un nuovo impianto in Corea del Sud. D’altra parte, Plenitude ha raggiunto i 3 GW di capacità rinnovabile. “Entrambi i business già adesso assicurano un contributo economico di circa un miliardo di EBITDA ciascuno”, osserva l’AD: inoltre, attraverso il recente accordo per l’ingresso nel capitale di Plenitude di un investitore istituzionale, “abbiamo dato visibilità al valore di questo business stimato in circa 10 miliardi di euro rafforzando l’accesso a mezzi finanziari incrementali a sostegno dei nostri piani di crescita”.
Eccellenti anche i risultati finanziari di Gruppo “con un Ebit proforma di circa 18 miliardi di euro e un utile netto adjusted superiore a 8 miliardi”, evidenzia Claudio Descalzi: “La generazione di cassa operativa con 16,5 miliardi su base adjusted prima dell’assorbimento del circolante ha assicurato un significativo surplus in aggiunta al sostanziale ritorno di cassa agli azionisti di 4,8 miliardi, mantenendo un rapporto di indebitamento di 0,2”.