14 Giugno 2024
L’AD Claudio Descalzi lo ha sottolineato in diverse occasioni: le partnership e le collaborazioni rappresentano per Eni uno strumento indispensabile nel far fronte alle grandi sfide energetiche. Tra queste assicurare l’accesso all’energia a tutti in un modo efficiente e sostenibile è oggi una delle più importanti da vincere nel processo di transizione verso un futuro realmente “low carbon”. È in questa direzione che guardano anche la International Finance Corporation (IFC) e il Fondo Italiano per il Clima che, lo scorso 17 maggio nel corso dell’Africa CEO Forum 2024 che si è tenuto a Kigali, in Ruanda, hanno annunciato un investimento di 210 milioni di dollari nella controllata keniota di Eni per espandere la produzione e la lavorazione di biocarburanti avanzati, sostenendo la decarbonizzazione del sistema globale dei trasporti e garantendo al tempo stesso il sostentamento di fino a 200.000 piccoli coltivatori di oleaginose keniani.
L’investimento consiste in 135 milioni di dollari da parte di IFC e 75 milioni di dollari mobilitati dal Fondo italiano per il clima, come parte dell’attuazione del Piano Mattei del Governo italiano in Kenya. Grazie alla collaborazione con IFC e Fondo Italiano per il Clima, ha spiegato l’AD Claudio Descalzi, “Eni potenzia ulteriormente i suoi progetti di agrifeedstock in Kenya, espandendone la portata fino a 200.000 piccoli agricoltori keniani nei prossimi cinque anni, e rafforza l’integrazione del Paese nella catena del valore dei biocarburanti”.
In particolare, ad aumentare non sarà solamente la produzione di materie prime avanzate per biocarburanti (agrifeedstock) coltivate in Kenya ma anche la capacità di lavorazione attraverso la costruzione di nuovi impianti di spremitura: si prevede infatti che la produzione di semi oleaginosi, la materia prima primaria, aumenterà da 44.000 tonnellate a 500.000 tonnellate all’anno.
Inoltre, come indicato anche dall’AD Claudio Descalzi, il progetto lavorerà con gli agricoltori fornendo input, meccanizzazione, logistica, certificazione e formazione per aiutarli a produrre semi oleaginosi, che vengono coltivati su terreni degradati non adatti alla produzione alimentare e/o coltivati in rotazione con colture alimentari, contribuendo a migliorare la fertilità del suolo. Tutti gli agrifeedstock per biocarburanti di Eni riceveranno la International Sustainability and Carbon Certification (ISCC), uno schema riconosciuto a livello mondiale per i biocarburanti con rigorosi standard di sostenibilità ambientale, sociale ed economica, controllati lungo l’intera catena di approvvigionamento.
“Questa cooperazione si adatta al modello di Eni che fa leva sulle partnership pubblico-privato per sostenere le comunità, generare valore a lungo termine e creare alleanze virtuose e durature con i Paesi africani”, ha ricordato infine Claudio Descalzi. Il progetto potrebbe portare a future opportunità di replica in altre aree dell’Africa.