Claudio Descalzi: Eni, focus sui risultati del quarto trimestre e dell’esercizio 2021

22 Febbraio 2022

“Nel corso del 2021 abbiamo raggiunto risultati eccellenti e accelerato la nostra strategia di trasformazione che fa leva sull’integrazione di tecnologie, nuovi modelli di business e stretta collaborazione con i nostri stakeholders”: nelle parole dell’AD Claudio Descalzi emerge la soddisfazione per i numeri registrati da Eni in un anno ancora segnato dalla pandemia. L’utile netto adjusted, pari a 4,7 miliardi di euro, è il più alto dal 2012. L’EBIT adjusted invece arriva a 9,7 miliardi: l’incremento sul 2020 è di 7,8 miliardi (+400%). “La rigorosa disciplina finanziaria e la riduzione dei costi messe in campo in seguito alla crisi pandemica ci hanno consentito di cogliere al meglio la forte ripresa economica del 2021”, spiega l’AD Claudio Descalzi soffermandosi sui passi fondamentali compiuti nella valorizzazione del portafoglio e nei progetti di decarbonizzazione.

Da un lato l’Upstream che “continua a fornirci le risorse per alimentare la nostra strategia di decarbonizzazione” mentre dall’altro a offrire un “importante contributo” sono i business legati alla transizione, come quelli raccolti nella nuova società Plenitude: “In questo modo abbiamo consolidato un EBIT di 9,7 miliardi di euro e un utile netto adjusted di 4,7 miliardi, il più alto dal 2012, quando il Brent superò $110/barile”.
Non solo: “la forte generazione di cassa, che ha beneficiato anche della selettività nelle scelte di spesa, ha reso disponibili €7,6 mld di free cash flow organico, in grado di accelerare la crescita dei business green e di coprire dividendi e buy-back già ritornati a livelli pre-pandemia, e ridurre il rapporto d’indebitamento al 20%, rispetto al 31% dello scorso anno”. Inoltre, come rileva l’AD Claudio Descalzi, è proseguita “la trasformazione del portafoglio per estrarre valore dai nostri business, ottimizzare il costo del capitale e massimizzare la crescita”: in quest’ottica integrando rinnovabili, clienti ed e-mobility la quotazione di Plenitude “ci consentirà di raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni scope 3 dei nostri clienti domestici”.

Importante leva di creazione di valore per la transizione energetica, come ricorda l’AD, resta anche il portafoglio upstream: lo dicono “il successo della quotazione di Vår Energi presso la borsa norvegese, la più grande IPO di una società O&G da oltre un decennio, e la prossima creazione insieme a BP di un veicolo strategico in Angola che combinerà le operazioni dei due partner”. Infine, ricorda ancora Claudio Descalzi, “stiamo ampliando le leve necessarie per abbattere le emissioni dei nostri impianti e dei nostri clienti industriali attraverso il progetto HyNet per la cattura e stoccaggio della CO2 in UK, i progetti di agro-hub per la fornitura di biofeedstock delle nostre bioraffinerie, e il test di successo della fusione magnetica condotto da CFS di cui siamo i principali azionisti”.
Il 2021 è quindi stato per Eni “un anno di conferma della efficacia della strategia che abbiamo lanciato fin dall’inizio della pandemia” e che, come ribadito dall’AD Claudio Descalzi, ha portato Eni in pochi mesi a “riportare la struttura patrimoniale a livelli pre-crisi e, nel contempo, di rafforzare il nostro piano di transizione”.