4 Febbraio 2022
“È indispensabile un nuovo paradigma di sviluppo che ci faccia passare da una crescita lineare ad una circolare, che possa ridurre gli sprechi, trasformare gli scarti e dare nuova vita utile a quanto già esiste”: Eni, come emerge dalle parole dell’AD Claudio Descalzi, guarda all’economia circolare come una delle soluzioni più efficaci da adottare in risposta alle attuali sfide ambientali. L’impegno nella promozione di un modello rigenerativo si riflette nei processi aziendali e produttivi, rivisitati sulla base di tale approccio.
Il modello Eni di economia circolare si fonda su sei pilastri. Innanzitutto sugli input sostenibili, il ricorso cioè a fonti rinnovabili e alternative al posto di materie vergini ed esauribili. L’eco-design, il secondo, si realizza nella progettazione di soluzioni in grado di migliorare l’efficienza dei processi e ottimizzare quindi le risorse, allungare il ciclo della vita, nonché la riciclabilità dei manufatti.
Terzo pilastro è invece la circolarità della CO2, da intendersi come un flusso di materia da ridurre, riutilizzare, riciclare, rimuovere e bilanciare per quella parte residuale presente in atmosfera. Il prodotto diventa quindi un servizio, quarto pilastro, con l’obiettivo di massimizzarne la durata e limitare la creazione di nuovi beni. Ricollegata ad esso l’estensione della vita utile dei prodotti (quinto pilastro), a cui segue automaticamente il sesto: la valorizzazione dei prodotti stessi in nuove forme e con nuove funzioni (Riduzione, Riuso, Riciclo e Recupero).
La riconversione verde di Eni passa dunque anche attraverso l’implementazione di strategie di economia circolare: un impegno fortemente sostenuto e ribadito dall’AD Claudio Descalzi. Ricerca e innovazione tecnologica, collaborazioni e soluzioni di analisi quali il Life Cycle Assessment (LCA) sono le leve attraverso cui il modello sviluppato da Eni si realizza concretamente. Lo dicono le diverse iniziative sviluppate da Eni in quest’ottica, come ad esempio l’apertura delle bioraffinerie di Venezia e Gela, gli impianti “Waste to fuel”, i progetti per la valorizzazione di pneumatici fuori uso e la produzione di biometano.
Investire in ricerca, sviluppo e innovazione tecnologica è fondamentale per l’applicabilità di tali soluzioni: non a caso, come ha ricordato in numerose occasioni l’AD Claudio Descalzi, Eni ha stipulato circa 90 accordi e partnership con soggetti privati, pubbliche amministrazioni ed enti di diversa natura al fine di attuare una efficace transizione verso un sistema economico sempre più circolare.