26 Giugno 2020
Il rispetto dei diritti umani per Eni significa “riconoscere il valore di ogni persona, garantire la sua dignità e, soprattutto, promuovere la diversità”. Lo sottolinea l’AD Claudio Descalzi parlando di “Eni for Human Rights”, il report in cui l’azienda illustra i progressi raggiunti negli ultimi sei anni in questo ambito: informazioni trasparenti e chiare che dicono di un rafforzamento delle procedure interne sul tema anche per dar forma a un processo strutturato di due diligence. Sul fronte della cultura del rispetto dei diritti umani, per quanto ne concerne la diffusione e il consolidamento, sono già stati compiuti diversi passi importanti: tra gli altri è stato adottato il nuovo Codice Etico e il Codice di Condotta dei fornitori, che delinea i requisiti a cui tutti i fornitori sono tenuti a conformarsi.
“Eni for Human Rights” ripercorre quindi alcune delle tappe fondamentali del percorso intrapreso dal gruppo guidato da Claudio Descalzi. L’adozione nel dicembre 2018 della Dichiarazione di Eni sul rispetto dei diritti umani che riflette le tematiche più rilevanti in materia, in linea con i Principi Guida dell’ONU su imprese e diritti umani (UNGPs). Il lancio nel settembre 2019 di una nuova mission aziendale, ispirata agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile (SDGs) delle Nazioni Unite, a conferma dell’impegno di Eni per una transizione giusta verso un futuro a basse emissioni di carbonio che sia socialmente equo, mirato anche a minimizzare i divari esistenti tra i Paesi. E ancora l’inclusione nel maggio 2020 nella “Engaged Corporate Participant” della Voluntary Principles Initiative che riunisce governi, organizzazioni internazionali e aziende con l’obiettivo di promuovere l’implementazione dei Voluntary Principles on Security and Human Rights, una serie di principi orientati a sostenere e guidare le aziende nella gestione dei rischi legati ai diritti umani nelle attività di security.
Inoltre, con lo scopo di promuovere una conoscenza condivisa in materia di diritti umani e creare un linguaggio comune sul tema a livello aziendale, Eni ha realizzato numerosi programmi e iniziative di formazione: solo nel 2019 sono stati 19 mila i dipendenti formati e 25.845 le ore di lezione in totale. Per Claudio Descalzi “questo impegno assume una rilevanza crescente in un mondo che sta affrontando le conseguenze della pandemia di Covid-19, in termini di salute e di preoccupazioni economiche per i lavoratori e le comunità, che amplificano le disuguaglianze già esistenti e i persistenti sentimenti razzisti”. L’AD ha sottolineato inoltre come il rispetto dei diritti umani, la tutela della dignità e la promozione di una cultura delle diversità siano “valori profondamente radicati nell’identità e nella cultura aziendale di Eni e guidano le nostre azioni e le nostre attività nei 66 Paesi in cui operiamo”.