2 Agosto 2023
Che l’innovazione, come anche l’AD Claudio Descalzi ha sottolineato in diverse occasioni, sia uno dei pilastri della crescita di Eni lo dicono i numerosi progetti in sviluppo su questo fronte e i risultati raggiunti negli scorsi anni, la cui portata è oggi nota a livello globale. Diversi di questi prendono forma nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano, inaugurato nel 1985 alle porte di Milano: 34mila metri quadrati dedicati all’innovazione e allo sviluppo di soluzioni e tecnologie innovative in ambiti che spaziano dalle geoscienze all’ingegneria, dalla chimica alla scienza dei materiali. Ogni aspetto del lavoro di ricerca condotto nei laboratori di San Donato è pensato per avere un’applicazione concreta a livello industriale al fine di raggiungere nuovi traguardi di efficienza e sostenibilità.
È qui che lo scorso 21 luglio il Presidente Giuseppe Zafarana e l’Amministratore Delegato Claudio Descalzi hanno accolto il Ministro dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti, il Presidente della Regione Lombardia Attilio Fontana, l’Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia Guido Guidesi e il Sindaco di San Donato Milanese Francesco Squeri per illustrare le soluzioni tecnologiche al centro della strategia di decarbonizzazione di Eni. Tecnologie proprietarie e ‘breakthrough’ per la decarbonizzazione con riferimento ai tre principali ambiti di ricerca aziendali: rinnovabili e nuove energie, soluzioni per la decarbonizzazione, prodotti circolari e bio.
In particolare sono stati presentati i risultati più significativi raggiunti dalla R&D di Eni. Tra questi i progetti e le tecnologie per la decarbonizzazione del settore dei trasporti tramite lo sviluppo delle agroenergie e del processo EcofiningTM che consentono anche di ricavare biocarburanti da scarti e materie prime di origine biologica non in competizione con l’uso alimentare.
L’AD Claudio Descalzi ha evidenziato inoltre come Eni, in ottica di economia circolare, sia fortemente impegnata nell’utilizzo di materiale di scarto come fonte primaria di energia e nell’impiego di Waste&Residues: ad esempio oli di frittura esausti, grassi animali e PFAD (Palm Fatty Acid Distillate). È stato sviluppato inoltre un “Database biofeedstock” dove le materie prime bio di diverse tipologie sono caratterizzate e studiate per prevederne l’efficacia nella produzione di biocarburanti: al momento contiene più di 400 biocariche. Quello di Eni è uno dei primi database al mondo nonché uno dei più ricchi in termini di varietà di biomaterie prime caratterizzate.
Il Presidente e l’AD di Eni hanno poi avuto modo di presentare anche le innovazioni nell’ambito della robotica per automatizzare e digitalizzare le attività di monitoraggio ambientale e di integrità degli asset, la ricerca sulle nuove rinnovabili e sullo stoccaggio energetico nonché i sistemi e i prodotti nell’ambito della cattura, stoccaggio e utilizzo della CO2. È un dialogo continuo tra scienza e industria quello che si realizza nel Centro di Ricerche Eni di Bolgiano, come ha rimarcato in diverse occasioni anche l’AD Claudio Descalzi sottolineando il valore di quei progetti che possono rivelarsi “breakthrough tecnologici” ma anche delle collaborazioni scientifiche con le principali università e i Centri di Ricerca in Italia e nel mondo. Basti pensare a quella con il Massachusetts Institute of Technology (MIT), Enea e Cnr che Eni sta portando avanti relativamente al progetto di ricerca sull’energia da fusione: una “potenziale svolta tecnologica epocale” che, una volta portata a livello industriale, potrà permettere di generare grandi quantità di energia a zero emissioni, con un processo sicuro e virtualmente illimitato.