Claudio Descalzi a New York: il “Corriere della Sera” intervista l’AD di Eni

28 Settembre 2018

Scegliendoci dopo una approfondita due diligence (l’analisi di chi siamo, di cosa facciamo e di come lo facciamo in quella parte del mondo) come primo partner energetico globale delle Nazioni Unite per lo sviluppo dell’Africa, l’UNDP dà credibilità ai nostri sforzi“: a New York in occasione dell’Assemblea generale delle Nazioni Unite, l’AD di Eni Claudio Descalzi parla al Corriere della Sera dello storico accordo siglato con il Programma di Sviluppo dell’Onu che guarda allo sviluppo socio-economico dell’Africa.

Un’area su cui il gruppo scommette da tempo, come fa notare l’AD: “Da parecchi anni investiamo in 14 Paesi africani, dall’Angola alla Nigeria passando per Congo e Mozambico, con l’obiettivo di affiancare all’attività estrattiva programmi di sostegno delle economie e delle comunità locali“. Centrali elettriche, impianti eolici, solare fotovoltaico per dare energia alle famiglie e alle imprese ma non solo: Eni ha avviato anche progetti in agricoltura e riforestazione. “Fin qui abbiamo fatto tutto con le nostre risorse salvo che nel Ghana dove c’è stato un contributo della Banca Mondiale” precisa Claudio Descalzi, sottolineando come il riconoscimento dell’Onu “apra ovviamente a orizzonti più vasti”.

Anche perché per realizzare iniziative come queste è necessario ci sia un piano pubblico/privato in grado di offrire capacità di progettazione e costanza nell’attuazione dei programmi: “Da anni si parla di interventi per l’Africa, di banche etiche, ma al dunque le risorse non arrivano. Noi abbiamo fatto investendo da soli, senza aspettare crediti e risorse“. Nell’intervista Claudio Descalzi si esprime poi sulla questione del prezzo del petrolio: “100 dollari al barile? Non azzardo previsioni. Dico solo che sarebbe negativo per tutti: per i consumatori, ma anche per noi produttori, tra instabilità dei mercati e prevedibile impatto sui consumi. E per l’ambiente, dato che, a quei livelli, molti tornerebbero al carbone“. Tuttavia l’AD non esclude che le condizioni di mercato possano spingere verso prezzi ancor più sostenuti.

A New York Claudio Descalzi ha preso parte anche al forum della Oil and Gas Climate Initiative (Ogci) durante il quale è stato annunciato l’obiettivo di ridurre di un quinto, al di sotto dello 0,25%, la media collettiva dell’intensità di metano derivante dalle operazioni aggregate di estrazione di gas e greggio entro il 2025, con l’ambizione di raggiungere lo 0,20%, corrispondente a una riduzione di un terzo: “Se vogliamo raggiungere l’obiettivo dell’accordo – ha spiegato Claudio Descalzi nel suo intervento – dobbiamo lavorare sul mix energetico e il migliore connubio è quello tra rinnovabili e gas“.