Claudio Descalzi a Houston: l’intervento alla CERAWeek

22 Marzo 2024

L’AD Claudio Descalzi è intervenuto alla CERAWeek, una delle conferenze sull’energia più rilevanti a livello globale di cui Eni è Industry Partner: al centro le strategie per una transizione energetica multidimensionale che, nel ridisegnare il panorama competitivo per le aziende e i Paesi, porta nuove opportunità ma anche rischi lungo tutta la catena del valore energetico.

Il gas è una fonte fondamentale per accompagnare la transizione energetica e dobbiamo proseguire con forza nella riduzione delle emissioni di metano a esso collegate”, ha ribadito l’AD Claudio Descalzi sottolineando l’impegno di Eni nell’ambito della Oil & Gas Climate Initiative, iniziativa volontaria che unisce 12 compagnie energetiche con l’obiettivo di accelerare le azioni necessarie al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Rispondere alla necessità di ridurre le emissioni oggi significa riconoscere il carattere multidimensionale della transizione energetica che riflette realtà e tempistiche diverse a seconda della regione, della tecnologia, delle strategie industriali, della varietà di approcci sociali e politici e delle divergenti priorità nazionali. “Nel 2018, abbiamo introdotto, e anche raggiunto, un target collettivo per mantenere l’intensità emissiva di metano ben al di sotto dello 0,2%. Per abbattere tali emissioni il monitoraggio satellitare sta diventando cruciale e come OGCI lo stiamo impiegando con importanti risultati in differenti Paesi e geografie”, ha spiegato in merito l’AD Claudio Descalzi durante il suo intervento alla CERAWeek in programma a Houston.

La nostra collaborazione in OGCI, l’alleanza con le altre compagnie sugli obiettivi legati alla decarbonizzazione, ha permesso alle società aderenti di uscire da una comfort zone fatta di una realtà fortemente competitiva e di cooperare per il raggiungimento di un futuro Net Zero”: l’AD ha quindi ricordato come Eni dal 2018 ad oggi abbia “più che dimezzato le emissioni di metano e puntiamo a quasi azzerarle entro il 2030”.