14 Marzo 2025
“Oggi con i nostri partners UK poniamo le basi per un ulteriore progresso verso il traguardo della fusione”: lo ha sottolineato l’AD di Eni Claudio Descalzi parlando dell’accordo sottoscritto lo scorso 7 marzo con The United Kingdom Atomic Energy Authority (UKAEA), l’organizzazione nazionale del Regno Unito responsabile della ricerca e sviluppo sostenibile dell’energia da fusione. La collaborazione include attività di ricerca e sviluppo nel campo dell’energia da fusione e, in particolare, l’avvio dei lavori per la realizzazione dell’impianto più grande e avanzato al mondo per la gestione del ciclo del trizio, combustibile chiave nel processo di fusione.
L’impianto, denominato “UKAEA-Eni H3AT (pronunciato “heat”) Tritium Loop Facility”, sarà localizzato nella sede UKAEA di Culham (Oxfordshire, Regno Unito) e sarà completato nel 2028. L’AD di Eni, nell’evidenziare il valore del progetto, ha spiegato che il traguardo della fusione “è sempre più concreto e non così lontano nel tempo”. Claudio Descalzi si è soffermato in particolare sulla “enorme portata di innovazione tecnologica”: l’energia da fusione è destinata infatti “a rivoluzionare il percorso globale di transizione energetica, accelerando la decarbonizzazione dei nostri sistemi economici e industriali, contribuendo a diffondere l’accesso all’energia e a ridurre i legami di dipendenza energetica nel quadro di una transizione più equa”. In questo percorso, il recupero e riutilizzo del trizio gioca un ruolo fondamentale nell’approvvigionamento e generazione del combustibile nelle future centrali elettriche a fusione e sarà quindi determinante nel rendere la tecnologia sempre più efficiente. La fusione è infatti una forma di energia in cui il processo che alimenta il Sole viene replicato sulla Terra: due isotopi di idrogeno, deuterio e trizio, si fondono insieme sotto intenso calore e pressione per formare un atomo di elio, rilasciando grandi quantità di energia a zero emissioni attraverso un processo sicuro, più pulito e virtualmente inesauribile. L’impianto UKAEA-Eni H3AT è progettato per essere un centro d’eccellenza mondiale che offrirà all’industria e al mondo accademico l’opportunità di studiare soluzioni innovative per processare, stoccare e riciclare il trizio. Eni, insieme a UKAEA, lavorerà inoltre allo sviluppo di soluzioni tecnologiche all’avanguardia nell’ambito dell’energia da fusione, comprese iniziative di trasferimento di competenze tra le parti: in particolare, il Gruppo guidato da Claudio Descalzi metterà in campo l’esperienza acquisita nella gestione e sviluppo di iniziative su larga scala e collaborerà anche a de-rischiare la roadmap di progetto. Questa partnership combina l’ampia esperienza di UKAEA nella ricerca e sviluppo sulla fusione con le consolidate capacità industriali di Eni nell’ambito dell’ingegneria impiantistica, nella messa in atto e nella gestione delle attività. “Eni è fortemente impegnata in diversi ambiti di ricerca e sviluppo di questa complessa tecnologia, nella quale ha sempre creduto in modo convinto. Per proseguire in questo sviluppo virtuoso, partnership tecnologiche internazionali di sistema come questa sono indispensabili”, ha commentato in merito l’AD Claudio Descalzi ricordando l’impegno del Gruppo nel supportare una transizione energetica socialmente equa con l’obiettivo di promuovere un accesso efficiente e sempre più sostenibile alle risorse energetiche. Eni punta a raggiungere la neutralità carbonica entro il 2050. L’innovazione è la chiave per riuscire a decarbonizzare progressivamente il mix energetico ed è al centro della visione strategica del Gruppo che ha trasformato le proprie attività investendo significativamente in ricerca, sviluppo e implementazione di tecnologie la neutralità carbonica entro il 2050.